Il 22 ottobre Traguardi sottopone al Consiglio Comunale una mozione tanto semplice quanto chiara: finanziare uno studio di fattibilità per risolvere il problema allagamenti. Per la maggioranza sarebbe una proposta superata dagli eventi, ma la realtà dei fatti è un’altra.

Le bugie hanno le gambe corte. E, per questo, finiscono sott’acqua!

Due settimane fa, con Tommaso Ferrari avevamo sottoposto al Consiglio Comunale una mozione per riportare l’attenzione sul tema degli allagamenti in Veronetta e spingere l’amministrazione a intraprendere, dopo troppi anni di inerzia, azioni concrete per risolvere il problema.

Una mozione che ha una storia lunga, perché nata da una raccolta firme portata avanti dall’associazione dei residenti di Veronetta e dal “Comitato allagamenti via XX settembre”. Una mozione, soprattutto, dotata di un tempismo assai diverso da quello del Comune, dal momento che è stata depositata già a luglio, ben prima degli eventi devastanti che hanno interessato la città a fine agosto.

Le richieste al centro della mozione? Eseguire uno studio di fattibilità per identificare criticità e soluzioni al problema, e inserire l’intervento individuato nel Piano Triennale delle Opere, con caratteristica di alta priorità. Due passaggi senza i quali non sarà possibile, anche avendo le risorse finanziare a disposizione, eseguire alcun lavoro.

Giunta in Consiglio nelle scorse settimane (quando si dice le priorità…), la mozione si è scontrata con il prevedibile muro di gomma della maggioranza. L’argomento alla base della bocciatura, l’esistenza di un un tavolo tecnico tra Comune di Verona, Acque veronesi e Consiglio di Bacino, che avrebbe reso superata la proposta di Traguardi. Una reazione sprezzante, tipica di una maggioranza incapace di entrare nel merito dei problemi, ma interessata solo alle logiche di partito, terrorizzata dalla sola idea che qualche buona proposta dell’opposizione – e in questi anni sarebbero state più d’una – possa essere approvata.

Un vecchio adagio recita che le bugie hanno le gambe corte, e in effetti questo giro non sono riuscite a camminare più di una settimana. È bastato scavare (poco) per scoprire, infatti che di questo fantomatico tavolo, o di suoi lavori, preparativi non c’è l’ombra. Interrogato con un accesso agli atti, il Consiglio di Bacino veronese (ATO) ha risposto in maniera tanto chiara quanto deludente, per noi ma soprattutto per i moltissimi cittadini.

Morale: anche per questioni serie come questa, agli occhi della maggioranza etichette e ideologie prevalgono sulla ricerca del bene comune. Meglio lasciare esercenti e residenti sott’acqua, piuttosto che approvare una mozione dell’opposizione per affrontare la situazione per tempo. E poi, quando ritorneremo – speriamo tardi – a dover far fronte all’emergenza, saranno sicuramente tutti pronti a stracciarsi le vesti e a promettere soluzioni che non arriveranno mai.

Da parte nostra, continueremo a sforzarci affinché in Consiglio il merito dei problemi prevalga sugli ordini di partito, sperando di poter recuperare il tempo perso in vista della prossima estate. Una cosa, comunque, è certa: ad essere superata, più che la mozione, sarà presto la fiducia dei cittadini in questa amministrazione.