Grave, per non dire gravissimo che sia la politica a mettersi in prima linea per aizzare le paure dei cittadini e delle cittadine facendo leva su presunti pericoli e disagi.

Il riferimento è alle continue polemiche sollevate dalla consigliera comunale Anna Bertaia e dall’onorevole Flavio Tosi intorno al Cas per l’accoglienza di 25 richiedenti asilo, che secondo loro porterebbe degrado nel quartiere dei Filippini. Sebbene il Comune non sia coinvolto direttamente in questo ambito, che compete al Ministero dell’Interno e quindi alla Prefettura, sembra che il tema stia diventando di attualità, per cui riteniamo di dover esprimere il nostro punto di vista.

Innanzitutto va sottolineato che la maggioranza dei residenti non è affatto spaventata da una prospettiva che di per sé non ha nulla di allarmante. Anzi, alla notizia dell’apertura del Cas, molte famiglie hanno espresso a noi personalmente la propria disponibilità a dare una mano e questo perché da sempre la vocazione del quartiere è fortemente improntata all’accoglienza e alla solidarietà, anche grazie la presenza dei padri filippini che sono molto attivi su tutti i fronti del sociale con una serie di servizi a supporto di chi è in difficoltà.

È da irresponsabili paventare minacce inesistenti ed è doppiamente irresponsabile quando a farlo sono gli amministratori pubblici. Altri Cas sono stati gestiti all’interno di quartieri densamente popolati, come San Giovanni in Valle o San Zeno, e a quanto ci risulta i rapporti con la popolazione sono stati sempre generativi di collaborazioni. Non vorremmo che, in questo caso, il tema della sicurezza fosse solo un pretesto e che, molto più banalmente, a qualcuno semplicemente non piaccia l’idea di avere dei profughi sotto casa o sotto i propri appartamenti a uso turistico.

Il fenomeno delle migrazioni non è un problema di sicurezza pubblica, ma una questione sociale da affrontare anche con spirito di solidarietà e accoglienza. Come ha dimostrato più volte questa Amministrazione, la volontà è che i diritti fondamentali vengano garantiti a tutti gli abitanti di Verona, qualunque sia la loro provenienza.