«Con l’aumento di capitale e la trasformazione in Spa con l’ingresso di Generali constatiamo ancora una volta che Verona subisce passivamente le trasformazioni profonde del suo tessuto economico per colpa di una politica assente, connivente e incapace di dare una strategia alla città»
Mentre il Sindaco sbandiera da mesi la Carta dei Valori, uno dei cui sottoscrittori è proprio Cattolica assicurazioni, giunge improvvisa la notizia della trasformazione in società per azioni e dell’ingresso di Generali. Non abbiamo pregiudiziali rispetto a quelle che sono e devono restare logiche di mercato, tuttavia di fronte al rischio che la città perda, a lungo andare, la sua ultima grande istituzione finanziaria è inevitabile riflettere su come, da quindici o vent’anni, la politica veronese sia sempre stata incapace di elaborare una strategia per gli asset determinanti dell’economia cittadina, subendo tutte le decisioni perché incapace di guidarle.
Ormai non contiamo più le istituzioni finanziarie, le imprese e le risorse strategiche delle quali la nostra città ha perso il controllo negli ultimi anni, sintomo della profonda crisi che attanaglia il “Sistema Verona” a causa della totale incapacità di gestione da parte delle amministrazioni che si sono succedute. Un problema che non riguarda l’assurdo concetto di “veronesità” delle imprese, perché in ambito economico il campanilismo non paga.
Semmai, si tratta di capire perché una città economicamente florida e solida abbia progressivamente perso alcuni dei suoi asset più strategici. La spiegazione risiede nell’assoluta incapacità della politica veronese di dare risposte alla città in una stagione di profondo cambiamento, di offrire una prospettiva per lo sviluppo della città che combini gioco di squadra e visione politica.
Il risultato di questa inadeguatezza è sotto gli occhi di tutti. L’auspicio è che la trasformazione renda Cattolica più forte e solida, per conservare un grande istituto finanziario ancorato a Verona, ma il timore è che se la politica continuerà a non essere in grado di condividere e pianificare le scelte con i grandi player cittadini continueremo a perdere pezzi e, soprattutto, il controllo sulle risorse più preziose del nostro tessuto economico.