Traguardi sull’appello degli assessori: il silenzio di Verona nel dibattito nazionale è assordante. La cultura è fondamentale per la nostra tenuta economica e sociale, dall’amministrazione ci aspettiamo progetti lungimiranti e di respiro per tutelare un settore strategico per la vita della città.

«Nelle settimane trascorse chiusi in casa ci siamo tutti resi conto di quanto prezioso e fragile al tempo stesso sia il nostro patrimonio culturale» spiega Pietro Giovanni Trincanato, presidente di Traguardi. «Prezioso perché ci siamo accorti quanto valore abbiano per le nostre vite musei, mostre, concerti e città d’arte ora che possiamo ammirarli solo a distanza, attraverso internet; fragile perché il settore culturale spesso si regge su lavoratori con pochissime garanzie, su margini di guadagno minimi, sulla passione più che sulla disponibilità economica. E che, per queste ragioni, rischia di essere spazzato via da una crisi come quella attuale. Per questo alcune settimane fa avevamo invitato l’Assessore a sottoscrivere il manifesto che gli assessori di dodici città italiane hanno presentato al Ministro Franceschini, per far fronte alla crisi del settore culturale. La nostra città dev’essere in prima linea su questo fronte, per ottenere dal governo gli strumenti necessari per sostenere il settore culturale. E anche, crediamo, per sostenere la proposta del sindaco di Volterra al Mibact per far slittare di un anno la capitale italiana cultura, tutelando gli investimenti e la programmazione di Parma, paralizzata dalla crisi nazionale, e rimandando al 2022 le candidature appena presentate».

«Dobbiamo renderci conto che quello culturale è un comparto prezioso, che nutre non solo lo spirito ma, a Verona soprattutto, anche l’economia – prosegue Tommaso Ferrari, consigliere di Traguardi – Nei mesi che ci attendono, quando saremo entrati nella famosa “fase 2”, le scene della città invasa da turisti a cui purtroppo negli anni ci siamo abituati andranno dimenticate. Dovremo necessariamente limitare gli eventi troppo affollati e le grandi concentrazioni di pubblico, ripensando il nostro modello turistico e sostenendo in modo particolare il settore degli eventi dal vivo. Un’offerta culturale ricca, varia e decentrata sarà un tesoro prezioso su cui Verona potrà contare per la ripresa, ma in attesa dei provvedimenti del governo, dobbiamo iniziare a prepararci, ascoltando le esigenze di tutti gli operatori ed elaborando una strategia di sistema, per non farci trovare impreparati. Dobbiamo pensare al futuro di Fondazione Arena, che forse farebbe bene a ragionare su una stagione con forme e modalità diverse piuttosto che ostinarsi a confermare il calendario, così come a quello dei soggetti più fragili, dagli artisti indipendenti al terzo settore culturale, come oggi stesso il ministro Franceschini ha ricordato alla Camera».